
Tornano a stretto giro di posta i chicagoani Cave, beniamini di Aquarius e già presenza gradita su queste pagine col 7” per Trensmat. Ora qui allargano lo spessore del vinile e si accompagnano ad un’altra combriccola di fuoriditesta, gli sconosciuti California Raisins da Columbia, Missouri. Che, detta da subito, tengono botta in maniera superba.
Una manciata di minuti di feroce battagliare a suon di psichedelia kraut pompatissima e drogatissima divisi equamente a metà tra Cave side e Cali side. Circolare e possente, reiteratamente ossessiva, con una densità incredibile, con un suono grasso, tondo, nerboruto più incline al rock nei primi (lo sparato riff funk-psych di Ravenshash) e al punk nei secondi (Two), ma sempre, continuamente, ineludibilmente tendente al groove di stampo psichedelico.
Dopo l’ottimo full-length Hunt Like Devil/Jamz sempre su Permanent, e il 7” Butthash i Cave arrivano al terzo centro pieno. E se tre indizi fanno una prova…
California Raisins dal canto loro sono una sorpresa piacevolissima, di quelle che riappacificano col mondo. Perché quando si sente un crescendo spacey tanto semplice e minimale come nei minuti iniziali di Three smostrarsi in un baccanale urlato, ossessivo e feroce, beh, c’è poco da fare se non sperare che pubblichino a breve qualcos’altro.